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Ricordi di guerra. La mia passione diventata museo

Ho 42 anni e da più di 24 raccolgo cimeli militari. Nel mio caso però non parlerei di collezionismo di militaria tout court ma piuttosto di passione per la storia e per gli oggetti di un determinato periodo, perché è di questo che sono sempre alla ricerca: cimeli militari dall’Unità d’Italia alla fine del ’45.
In realtà, poi, raccolgo anche reperti degli Stati preunitari, ma questo più che altro perché, nel cercare ciò che innanzitutto mi interessa, capita che mi imbatta anche in pezzi che risalgono a periodi antecedenti. E così mi porto via anche quelli.

Negli anni sono arrivato a costituire un vero e proprio piccolo museo che contiene i ricordi di oltre 300 famiglie italiane e centinaia di oggetti; non solo berretti, caschi coloniali, uniformi e medaglie, ma anche documenti, fotografie e tutto quanto riguarda i materiali usati nei campi di battaglia: elmetti, protezioni individuali, giubbe da combattimento…, tutto risalente alle guerre mondiali, al ventennio fascista, alle guerre di Spagna e alla Campagna d’Africa.

Come ho cominciato

Tutto ha avuto inizio con il ritrovamento di alcuni reperti nella casa di campagna di famiglia vicino Velletri, a Campo Verde: granate e oggetti personali di soldati tedeschi il cui fascino sollecitò la mia fantasia. Il pensiero andava a chi li aveva indossati, mentre le storie sui combattimenti raccontate da mia nonna accentuavano in me il desiderio di sapere di più. Fatalità volle, poi, che un un amico mi regalasse un elmetto tedesco della Seconda Guerra: è diventato il primo reperto della mia collezione. Ho iniziato così, raccogliendo copricapo della 2 WW, e poi è venuto tutto il resto. Oggi, dopo 26 anni passati a cercare, posso dire che elmi, elmetti e berretti rappresentino sicuramente la mia passione principale, ma anche le medaglie e le uniformi, così come la documentazione fotografica e i pugnali militari del ventennio fascista, mi piacciono ancora molto.
Nella ricerca ho avuto fortuna. Molto materiale l’ho trovato a Roma, dove vivo, perché è qui che risiedevano i grandi generali e i personaggi di spicco del partito nazionale fascista (PNF); molti reperti però li ho scovati anche nel nord Italia, relativi soprattutto alla Grande Guerra e agli ufficiali di Cavalleria.
Con gli anni e la mia permanenza lavorativa al nord, sempre più mi sono appassionato alla storia della Prima Guerra, e devo dire che ancora adesso rappresenta per me un periodo di grande fascino e attenzione, per questo raccolgo con particolare dedizione tutto ciò che riguarda quel periodo.

Un valore ben custodito

Sin dagli inizi della mia esperienza collezionistica, piuttosto che comprare presso mercatini e rigattieri tutto il possibile, ho cominciato a chiedere ad amici e parenti se avessero in casa qualcosa appartenuta a un famigliare che aveva preso parte alle guerre. Questo modo di procedere ha avuto un riscontro positivo, e c’è un perché. Si parla spesso di quale sia il valore reale di questo genere di oggetti: io credo che per chi cede il cappello o le medaglie di un parente, il valore, soprattutto affettivo, sia alto, forse inestimabile, e per questo motivo, quando entro in contatto con qualcuno, offro una somma di denaro, ma soprattutto preciso che i cimeli saranno custoditi in un vero e proprio museo privato. Penso, infatti, che per coloro che decidono di cedere i ricordi di famiglia sia di conforto sapere che saranno ben conservati e valorizzati da qualcuno che ci tiene veramente. Inoltre, sottolineo loro che negli anni a venire avranno sempre la possibilità di venire a rivederli. Anche per questo la maggior parte dei cimeli della mia collezione riportano scritta la provenienza e, per quanto possibile, in esposizione, accanto ad essi, sistemo la foto del militare cui apparteneva l’oggetto.

La mia esperienza di compratore

Il centenario dallo scoppio della 1 WW ha portato molti appassionati a collezionare cimeli di questo periodo e i prezzi sono aumentati per via della domanda crescente. Si può dire però che il borsino della militaria non esista realmente ma sia soggetto semplicemente alle correnti di pensiero del momento e alla richiesta di alcuni verso specifici oggetti. Ad esempio, i cimeli risorgimentali – pezzi particolarmente belli e densi di valore storico ricercati per decenni anche da politici di spicco della vecchia guardia – sono oggi poco valorizzati perché nessuno o pochi li colleziona, e basta che alla ricerca specifica vengano meno due collezionisti che subito il valore crolla. Mode e momenti, insomma, fanno ballare di molto il prezzo dei cimeli e non è il caso di acquistarli per investimento ma piuttosto per sola passione. Comprare quello che piace senza aprire troppo il portafoglio, è la ricetta giusta. Ciò nonostante, però, alcuni acquisti richiedono un sacrifico economico elevato, come nel caso degli oggetti appartenuti a personaggi importanti che hanno fatto la storia d’Italia; tra questi mi piace annoverare i cimeli appartenuti ai Moschettieri del Duce, la guardia del corpo di Mussolini, così come alcuni medaglieri importanti appartenuti ad alti ufficiali. Per essere aggiornato sulle quotazioni ed avere occasione di poter comprare qualcosa di nuovo che arricchisca il mio museo, sono sempre in contatto con amici collezionisti e commercianti; questo mi aiuta nel seguire il mercato e mi consente di poter fare sempre la migliore offerta a chi mi propone del materiale di famiglia da comprare, assicurando, se richiesto, grande riservatezza. Questo è il momento di comprare: in Italia i prezzi – fatta eccezione per alcuni materiali inerenti della Grande Guerra e della Repubblica Sociale Italiana (RSI) – sono scesi notevolmente rispetto a qualche anno fa, principalmente per via della crisi, della moltitudine di falsi e contraffatti che spopolano in questo campo, ma anche per la mancanza di vecchi collezionisti non rimpiazzati dalle giovani generazioni, sempre meno curiose e attente a questo genere di reperti, e più attratte dalle mode del telefonino ed altro.

Amo questi oggetti perché…

Continuerò a cercare materiale di questo tipo perché penso sia bello e importante trasferire alle future generazioni un ricordo vivo, reale, della storia tragica vissuta dai nostri nonni e bisnonni; trovo che questa sia una forma di cultura importante da trasmettere agli altri.
Purtroppo i musei pubblici non valorizzano abbastanza questo genere di cimeli che, anzi, spesso rivendono sotto banco, e credo che al momento solo le collezioni private e i piccoli musei, come quello che ho creato in questi anni, siano i reali custodi di questo valore che mi piace divulgare in ogni modo: partecipando a diverse mostre ed eventi tematici, scrivendo in riviste dedicate al tema della militaria, fornendo oggetti per articoli e libri che trattano storia e collezionismo arricchendoli con materiale inedito.
Il mio sogno è scrivere un libro che tratti la storia dei cimeli che ho raccolto in questi anni, corredarlo con le centinaia di foto che ho messo da parte e contestualizzarlo con la documentazione storica in mio possesso.
Il mio invito a chiunque abbia materiale di questo tipo è di contattarmi per venderlo, valutarlo o semplicemente per confrontarsi con me su questo tema.


Il ‘bello’ del collezionare

Ci sono degli aspetti dell’essere collezionista che trovo unici.
Il momento più elettrizzante è quello della telefonata di un amico, di un rigattiere o di una famiglia che ti propone del materiale da vendere o valutare: la curiosità di vederlo, di capire di cosa si tratta, di poterlo studiare, è tanta. Il lato più affascinante è la possibilità di poter scoprire cose cariche di storia rimaste per anni chiuse in soffitte, cantine e armadi vecchi; l’opportunità che ti viene data di valorizzarle e collocarle nel giusto contesto storico.
Il lato più adrenalinico, invece, è quello legato al desiderio di possesso, quello che ti spinge a fare tanti chilometri per andare a prendere il pezzo di persona, anche se adesso molti oggetti li vedo solo dalle foto mandate via internet o cellulare, e non è raro che il materiale mi arrivi per posta da Bolzano come da Catania. La mia passione per la raccolta di cimeli militari non finirà mai. Sono sempre a caccia di nuove cose e mi auguro di tramandare questa collezione ai miei figli, anche come modo per ricordare il grande lavoro svolto per metterla insieme.


Il consiglio

Al neofita che desidera collezionare questo genere di oggetti mi sento di consigliare: – compera quello che ti piace, ma dai un senso alla tua raccolta seguendo un tema, un periodo storico, un’area geografica, una tipologia; – cerca qualcosa di realmente reperibile e non impossibile da trovare, perché la rarità porta frustrazione e alla lunga fa venir meno la voglia di collezionare o peggio fa fare pessimi affari: il rischio è quello di comprare cose false o contraffatte, vedi tanti reperti tedeschi della Seconda Guerra sempre più falsificati.


Contatti Francesco Boccia: Whatsapp o sms per valutazioni rapide tel. 347.5975625 – www.museomilitare.itmuseo.militare@libero.it


da: “La Gazzetta dell’Antiquariato” n. 251-252 – Dicembre 2016/Gennaio 2017

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